Su quale terra,
in quale luogo
sorgerai, amore mio?
Sarà forse dove la tua alba
diverrà il mio sole,
ed i tuoi occhi si poseranno
sopra ai miei occhi,
e la tua voce diventerà
il mio vento che sferzerà il viso
nella rinfrescante sera?
Sarà lì, certamente.
Lì dove mi offrirai la miracolosa visione
di un bacio – il tuo bacio -
e per me sarà meraviglia.
Com’è per un cieco intravedere un colore,
per la prima volta,
senza più ombre, nè inganni,
tutto per intero, tutto per sè.
Oltre le parole con cui altrui
occhi lo descrivevano,
oltre la cortina della notte
che l’avvolgeva
sovrana.

*****

C’è una forza nel mondo
che è tempesta,
che avvicina gli uomini come fanno le calamite
quando negli abbracci li incolla come l’ombra
resta incollata alla tensione.
È una forza implacabile
necessaria come la sete,
docile come le margherite strappate petalo
a petalo
ridipinte del colore che hanno i baci rubati,
presi ad uno ad uno con la dolcezza
di un sospiro trattenuto
a lungo tra le costole e il polmone.

C’è una forza nel mondo
che è incredibilmente fondamentale
ed è una forza così soffice, così tenue,
che ha il nome semplice
di amore.

*****

Tu non te andrai con l’arrivo della sera greve,
non te ne andrai con il sonno smarrito,
non te ne andrai con la bella stagione,
nè con l’emozione di un sorriso nuovo
o con un ballo, lento,
sotto al chiaro di luna.
Non te ne andrai con il vento di maestrale
che mi attraversa lieve la camicia di lino,
non te ne andrai col domani
che si appresta a venire:
rimarrai qui dentro,
in quello spazio segreto che ho costruito per te
per farmi male oggi e per sempre
e per migliaia di anni ancora
ed esser tu, in ogni estante eterno,
il mio più dolce dolore.
Accanto sarai, anche se lontana
perchè il pensarti soltanto è già di per sè l’avere vicino
questa porzione di me che non posso abbandonare,
la più bella,
la più sublime,
la più crudele.

*****

Nel buio della notte io avrò le dita tue:
mi guideranno distratte come molliche
di pane lasciate in terra, a disegnare
il cammino che per me avrai studiato. Quando ancora
avevamo da studiarci l’un l’altro
quando ancora ci serviva quel completarci insieme.

Ma in questo nostro frattempo la strada ingenuamente
è cambiata: e ostacoli troveremo.

Non temo.
Essi saranno la nostra sfida più grande:
il mio braccio e le tue dita salteranno insieme
sopra oggetti abbandonati in angoli strani.
Li lanciammo a suo tempo in quel giorno di odio,
l’inaspettato istante di un controverso amore.

*****

Stampami questi brividi sulla pelle
come un tatuaggio nelle ossa:
un marchio perfetto che per sempre
sia mio.

Sarà leggero come quei passi
camminati nella notte
quelle tue orme impresse
tra i cuscini e le lenzuola.
Come i miei gesti -soffusi-
che io eseguo appena
mantenuti felpati per non doverti svegliare.

Così sarà in me questo ricordo tuo,
pesante e vitale:
un soffice sfiorare il mio derma
alla ricerca di un punto grande appena.
Lo spazio dove porrai il tuo disegno dei giorni.

Un indelebile bianchenero di attimi scuri
che dal mio sogno confuso
non riuscirò più a lavare.

*****

Notturno vivo,
da una macchina immobile
la notte osservare;
e scrivendo emozioni sopra vetri appannati
raccontarsi in silenzio,
raccontarsi l’amore.
È freddo là, fuori
un freddo che bussa su serrate portiere,
mantenuto rinchiuso nel suo spazio
vitale;
e nulla, oltre a questo, potrà mai penetrare
a distoglier momenti
di sensazione infinita:
raccontarsi la vita
sotto un cielo di stelle,
consumarlo pian piano
fino a farlo cadere.

*****

Dov’è questo Amore
di cui parlano i libri,
quello vero e più puro
che fa ridere e amare?
Quello dolce e sincero
che fa battere il cuore,
quello aspro e intricato
che lo fa sussultare?

Dov’è questo Amore
solitario e solare,
che fa stringere i corpi
in una danza sublime,
che cancella d’un tratto
il più grande dolore,
che ti prende dal fondo
e ti fa risalire?

Questo Amore distratto
che è una cosa preziosa,
che conservi con cura
nel profondo del petto,
che hai sciupato una volta
quando il tempo è finito,
e hai gettato nel vuoto
per seguire l’onore?

Dov’è questo Amore
che non trovo nel mondo,
dov’è questo Amore
di cui si sente parlare?
Che fa piangere storie
consumate e ormai spente,
e riaccende passioni
travolgenti nel sole?

Dov’è questo Amore
che non riesco a vedere?
Dov’è questo Amore
che ho bisogno d’amare?

*****

Cuore

E intanto vibra
palpitante come sa
di vita e dolore
trafitto
dagli aghi
imperterrito prosegue.

*****

Parlami,
parlami ora,
perché ogni tua parola nutre la mia anima:
è come linfa nuova che mi scorre nelle vene,
sale, fino al cervello,
lo alimenta e lo sazia.
Parlami,
perché ne ho bisogno,
le mie orecchie te lo implorano a gran voce:
ricopri questo frastuono
che non riesce a darmi pace,
sussurrami parole, anche le più vaghe.
Dì qualsiasi cosa,
bella o anche banale,
che abbia un senso o che deliri.
Ma parlami,
parlami ora,
o ti giuro
io potrei
morire.

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