Oggi sono nudo
ho nascosto nel ventre la metà di ogni cosa,
tra le pieghe della pelle s’è incastrato
un brivido,
resta lì, e aspetta il sole.

Scivola il sudore tra le strade del corpo
mi ridiscende sopra ai fianchi
che rincorrono tardivi le luci,
mi dimostra che vivo, che ho sensazioni,
ed il segreto è questo, io credo.

Ho vulnerabilità
ma non ho pudore,
ho me stesso e lo mostro con fierezza al cielo,
ed il cielo reagisce ripagandomi dell’affetto
che il mio piede mi toglie
baciando con vergogna la terra.

Oggi sono nudo.
O piuttosto sono,
semplicemente.

L’imperfezione è a suo modo una grazia,
e le forme del mio apparire
divengono anch’esse
una piccola natura.

*****

Il tempo, il gatto, la luna

Non dovrei più avere paura del tempo
se il tempo non sa della mia esistenza.
Sarebbe come lottare contro un mulino a vento.

L’infinito universo non cade
solo a causa della marcia dei treni,
e l’acqua non è il sale, seppure
se l’è fatto amico.

Vedi, nella notte silenziosa che
ricopre queste case
non è la luna la regina del cielo,
non è la luna che illumina gli istanti,
non è la luna il vero generale:
la luna è solo un pezzetto di sole,
è triste, e gialla, e rotonda, e piena,
è robusta, e vitale. Ma non è lei,
non è la luna.
Essa sorge sola nel suo eterno cielo,
e le stelle, accanto, non si curano di lei.
Le stelle della luna non sanno l’esistenza,
le stelle già sorridono
del proprio brillare.

Ieri un gatto randagio s’è mangiato un topo
e nella sua pancia soddisfatta l’ha trasformato in conquista.
Il topo nemmeno s’è accorto, per lui di piùnon è stato
che intraprendere un viaggio lontano. Per il viaggio di più non è stato
che finire in un angusto destino.
Il gatto solitario s’è mangiato un cuore, nel vicolo stretto il gatto ha cenato,
la luna su nel cielo dai suoi crateri ha pianto.
La luna è così dolce, la luna se ne cura,
ma purtroppo non è lei, non è la luna.
No, purtroppo. Non è la luna.

Le stelle luccicanti hanno sorriso ancora
ma il topo dalla pancia non ha visto questo cielo.
Ha incrociato solamente l’intestino di un gatto
ed in esso ha trovato una discreta dimora.
Il topo ormai non conta più il tempo,
nemmeno lui ne ha più paura,
l’ha digerito il gatto, e già s’è fatto storia.

Qui sopra i tetti del quartiere
le stelle sono più vicine ed i gatti
sono una nuvola densa e polposa.
Sui loro baffi si siede un riflesso di luna, riposa.
Il destino del mondo è in mano ad un sottilissimo
filo bianco: è teso ed appuntito, e non si fa acchiappare.
Ma nessuno qui ha più paura del tempo, si rimane solo in bilico
sopra un riflesso di luna.

Neppure io dovrei più averne, che sulle ombre del cielo
ho già posato un piede.

*****

Dal vivo, ebbrezza.
Penetra la carne come
un pungiglione avaro,
scosta la ciocca, via l’imbrunire:
gli occhi sorgono.
Un nuovo mattino nasce, ancora ti ho accanto:
perduto me, vagabondo. Insolente pazzo
tra i miei abbracci indifesi.
La culla del cuore, qui, non è che un bramato odore,
come all’ape la culla è il più dolcissimo fiore:
è questa unione, chiara
(e la sua dolcezza, fattasi tenue)
a riappagarmi gli indomabili sensi.

*****

Tutto quello che passa
passa
come un istante fiero
un momento di estatico abbandono, puro
una breccia sconclusionata nelle
proprie degne convinzioni.
Come un nome, che infine
si perde tra i perduti nomi delle cose
tra un questo, un quello, o un quell’altro ancora,
fissato nelle remote
occasioni che già allora ebbi mancato,
nelle scolorite pagine mai scritte
dei miei flebili tratti
di esistenza.

*****

Non sai quanto è vita
questo insieme indistinto di volti senza nome
le parole confuse
nello sferragliare dei tram
il camminare distratto di passanti
sconosciuti,
gli sguardi che si incontrano
nei mezzogiorni di sole.

*****

Distesa resti, appena.
Come quando nelle palpebre i tuoi occhi riposi
stanchi della pesante giornata di lavoro
e socchiudendoli piano un po’ di buio regali
poi muta taci, nel silenzio, in una dolce quiete supina.
Nulla ha più senso
del mondo intorno a te, nulla:
d’un tratto sei aria, leggera.
Poi nuvola. Poi torni materia
impalpabile ed imperfetta,
creatura disegnata a somiglianza di Dio.
Viaggi come il senso delle cose,
inafferabile seppur concreto: mistero più profondo
di una vita che strenuamente cerca di avanzare.
Come quando al mondo regali un sospiro fugace:
ed il mondo si ferma un’istante – respira
poi ritorna a ruotare.

*****

Grande città
viva
di luci e colori,
sensazioni e profumi,
di storie romantiche
e dolci avventure.
Viva di uomini e pensieri,
di amori intrecciati
con angoscianti addii.
Tesa nel silenzio di notti scure
o gioiosa nelle sere
di feste danzanti.
Viva.
Di idee ed emozioni.
Di danze e suoni.
Viva di vita.

*****

Silenziose onde
portate dal vento,
provengono da porti lontani,
si infrangono su rive straniere:
è in loro che nuota il mio sogno.

Ed è scroscio e tempesta,
e tumulto, e fervore,
ed è eterno ritorno,
poi è pace, improvvisa
e silenzio, di nuovo.

*****

Non sono
è l’essenziale:
profuma di conquista
di innata propensione
ambizione sfrenata.

*****

17 anni

Dentro i giorni
nel profondo dei tuoi anni
con la mente e con il cuore
senza freni né riserve
con la voglia di sognare.

…E sorridi,
perché sai che il mondo è tuo.

oggi.

*****

Sabato notte

Nerofumo
di una notte stellata
argento e brina
brividi sulla schiena.
Ricordi danzanti
nel silenzio corale
di una sera balorda
di bottiglie ormai vuote.
Luci già spente
all’ora del sonno
adesso si dorme
ci si pensa domani.

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